Sulla base di una ricerca sul mercato italiano (curata da DeRev Lab, specializzata nel posizionamento digitale), emerge che il valore di questo mercato in Italia è pari a circa 280 milioni nel 2021, e che la crescita rispetto all’anno prima è del 15%. A livello mondiale sono 14 miliardi, contro i 9,7 del 2020.
In poche parole, l'Ecosistema influencer non è più un giocattolo con cui giocare e rappresenta per i creators un vero e proprio lavoro e per le aziende una vetrina su cui investire ingenti somme di denaro.
In tantissimi cercano di esprimersi in merito, e vogliamo chiarirne alcuni aspetti molto importanti, rispondendo direttamente come Hub manageriale di diverse figure di creators.
È l’insieme delle attività che coinvolgono una o più figure di creators, meglio conosciuti come influencer, che testano e validano uno specifico prodotto dell’azienda committente, producendo dei contenuti statici o dinamici per poi pubblicarli con menzioni e tag all’interno dei loro canali social.
In parole povere:
è sponsorizzare un prodotto attraverso gli account dei creators che, nella stragrande maggioranza, contano decine di migliaia di followers:
Questo a discapito della tipica old school strategy di advertising che era ancora in voga fino a pochissimo tempo fa.
Che sia food, tech, travel, business, fashion o beauty, Do It Yourself (DIY), automotive o lo stesso digital marketing, ogni settore ha i propri influencer, opinion leader, guru e trend setter, che testano novità, parlano di nuovi prodotti, diffondono notizie e recensioni sui propri canali e…generano fatturato per l’azienda committente.
Sono delle categorie di account molto diverse:
I micro-influencer sono quegli account che contano un numero che oscilla dai 10 ai 100.000 followers
I macro- influencer sono invece account dai 100.000 followers a…infinito.
Una ulteriore differenziazione che vogliamo aggiungere a categoria è quella delle “celebrità.”
Figure iconiche della musica, del cinema, televisione e dello sport di recente sono sempre più coinvolte dalle aziende in attività di sponsor ed Influencer marketing, ed il loro costo su diritti di immagine e prestazione talvolta prescindono dal numero di seguito dell’artista.
Anche se essere delle celebrità molto spesso va di pari passo con l’essere assiduamente seguiti sui social network, no?
Negli Stati Uniti sono sempre di più i bambini che aspirano a diventare creators piuttosto che degli astronauti. Cavoli…! e se è questo il sentimento nel Paese che per primo il 20 luglio 1969 ha sbarcato sulla Luna, allora siamo davvero difronte ad un cambiamento sociale quasi “epocale”.
Il substrato sociale è cambiato, e questo le aziende ed i top brands l’hanno compreso perfettamente.
Oggi è tutto più social, e quel tutto è infinitamente più democratico. Una democrazia garantita da un algoritmo, che il social di TikTok sembrerebbe aver implementato all’ennesima potenza, garantendo un ritorno in followers e copertura ai massimi storici per un social media grazie ad suo essere nuovo, user friendly e…estremamente confident con la Gen Z.
Al giorno d’oggi l’Influencer marketing rappresenta la strategia principale adottata dal 90% delle aziende americane.
Eppure, quando pensiamo agli influencer non sembrano essere così lontane figure iconiche come le Kardashian o la nostra italiana Chiara Ferragni, anzi, ci sembrano proprio le “vere” influencer.
Beh, ci sono delle aziende che però hanno già cominciato a provare a sfatare questi miti, ottenendo dei risultati pazzeschi.
Difatti, nell’ultimo periodo, sono i micro influencer gli account di creators che hanno ricevuto maggiore attenzione da parte del mercato, lasciandosi alle spalle figure iconiche di macro influenza.
I micro influencer si sono rivelati delle risorse preziose e sono risultati centrali al progetti di diverse campagne, in quanto producono un elevato coinvolgimento della propria community o meglio….
possiedono una vera e propria community, in cui coinvolgono sentimenti, pareri, consigli ed un alto tasso di interazione con la propria “fan base", che oserei definire quasi “reali amici virtuali”.
Il trend sta virando sempre di più verso una quasi totale acquisizione di micro influencer all’interno di campagne anche molto grandi: questo per il costo, riduttivo in relazione agli esorbitanti costi per pubblicazione dei big, e per un altissimo tasso di coinvolgimento con la propria comunità virtuale:
oltre ovviamente all’attenzione, alla cura e alla passione con i quali producono i contenuti pubblicati.
Ci aspettiamo un rimbalzo in positivo per l’anno 2022 e successivo 2023, con diversi team marketing che andranno a coinvolgere maggiormente i creators dei social media rendendoli centrali e posizionandoli nel cuore delle loro campagne di promozione online, fruendo sempre di più della cosiddetta “creators economy” che ormai sembra quasi aver superato lo standard di Influencer Marketing.
Entro il 2023 è prevista da parte di Meta l’introduzione in Instagram di una sorta di “abbonamento” i cui aderenti andranno a trasformarsi da “semplici” a super “utenti” o super “followers” di un dato profilo.
Al momento è in corso un test e Meta ha selezionato 10 creators di contenuti sul proprio canale social network Instagram, concentrati sul produrre contenuti particolari, diversi o speciali per coloro i quali hanno deciso di seguirli anche nel limbo del social media a pagamento.
In che cosa consistono gli abbonamenti a Instagram? In questa prima fase si concentreranno in modo particolare sulle Storie, con l'accesso a quelle che saranno preparate soltanto per gli iscritti, e a live in diretta dedicate
Seguendo il programma Subscriptions allestito già nel 2020 sul sito madre Facebook, Meta non tratterrà alcuna provvigione dall'abbonamento Instagram almeno fino al prossimo anno;
non è chiaro quanto poi sarà la percentuale dovuta al portale che ospita i creator, ma visti i precedenti su Facebook potrebbe essere del 30%.
Questo rincara nuovamente la dose su quanto in realtà i creatori di contenuti, grandi o piccoli, siano diventati davvero centrali nel mondo della comunicazione social e digitale, nell’interscambio fra domanda e offerta e nel nuovo ruolo di “creator imprenditori digitali”.